Spesso si ha l’impressione che la figura del developer (o sviluppatore) sia avvolta da un’aura mistica, un’entità che sa parlare al computer e che con un click sia in grado di risolvere qualsiasi problema.
Beh, in questo senso, hanno contribuito molto personaggi di fantasia come Neo (dal film “Matrix”), un nerd/sviluppatore/hacker capace di rallentare il tempo, fermare le pallottole e che si batte per noi “schiavi” dei software e delle macchine oppure Stanley Jobson (dal film “Codice: swordfish”), un hacker in grado di scrivere righe di codice alla velocità della luce, guardando 10 monitor contemporaneamente sorseggiando del buon vinoIl tutto senza vedere mai crash di sistema o rallentamenti della rete. E’ chiaro che si tratta di fantascienza da grande schermo.

Tralasciando tutti gli aspetti tecnici che il nostro lavoro comporta, vediamo invece di capire quali sono alcuni dei reali “super poteri” di uno sviluppatore, o per lo meno quelli suggeriti dalla mia esperienza e che possono essere riconosciuti come validi.

  • trasformare gli errori in opportunità di miglioramento, concetto perfettamente racchiuso in queste 2 citazioni: “L’errore ci dona semplicemente l’opportunità di iniziare a diventare più intelligenti” (Henry Ford) e “Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore” (Bertolt Brecht);
  • affrontare i progetti in modo analitico ma con la giusta dose di cuore: un progetto lo devi sentire anche un po’ tuo per poter contribuire al 100% alla causa;
  • rendere semplice ciò che sembra complicato o incomprensibile: saper leggere e scrivere usando linguaggi di programmazione ma prima di tutto saper comunicare con il cliente facendo capire quello che facciamo e il modo in cui lo facciamo.
  • immedesimarsi nella parte del cliente:non si tratta di essere semplicemente dei tecnici dall’altra parte del telefono o di una chat; bisogna essere in grado di capire il punto di vista del cliente, abbracciare le sue idee e consigliarlo nelle scelte, in positivo e in negativo
    Chiaramente questo può diventare un’arma a doppio taglio, ma la bravura sta nel dosare questo aspetto;
  • essere “al servizio della gente”:le scelte di sviluppo o le tecnologie da usare, devono essere fatte prima di tutto per risolvere i problemi e rendere la vita più semplice all’utente finale.

Alla fine, come si può ben capire, non c’è niente di magico o eroico in tutto questo.

Novamind non si compone di super eroi, ma di ragazzi, con tanta passione per la tecnologia e voglia di migliorare continuamente, con una spiccata attitudine a bere caffè.
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