Da qualche giorno il colosso di Mountain View, alias Google, ha cambiato il proprio regolamento sulla privacy, effetto delle nuove regole imposte dall’Europa sulla GPDR. I nuovi termini e condizione da accettare sono riassunti in un contratto molto lungo e dettagliato che rimanda con specifici link ad altre sezioni per approfondimenti vari.
In questo post non ci soffermiamo sulle condizioni di sottoscrizioni, che nessuno legge, ma sulla esplicita natura della richiesta che Google fa e di come questa cambierà il modo di comportamento dei motori di ricerca. Per gli addetti ai lavori: fine delle tecniche SEO?
Non è un segreto che quando noi utenti navighiamo su Internet siamo perfettamente riconoscibili dai Big di Internet: dai nostri gusti, abitudini, usi e costumi; per effetto dei cookies ovvero piccoli file di testo memorizzati nel nostro browser. Oltre a ciò si aggiunga che milioni di utenti navigano con l’account @gmail attivo e comunicano involontariamente tutta la cronologia dei siti visitati e delle ricerche effettuate. E’ vero che gli utenti possono sempre cancellare questi dati andando nelle impostazione di navigazione del proprio profilo google (non necessariamente deve trattarsi di una gmail) ma è altrettanto vero che quasi nessuno conosce questa possibilità.
Perchè Google elabora i dati di navigazione?
La risposta diplomatica e burocratica è la seguente: per poter offrire nei nostri servizi contenuti personalizzati più utili, ad esempio risultati di ricerca più pertinenti.
Capito? Google ci profila e ce lo dice pure per offrirci un servizio migliore, in realtà vuole solo classificare la propria utenza per vendere pubblicità più mirata.
Addio SEO?
Forse si. Ovvero tra non molto si abbandoneranno tutte quelle tecniche e “scorciatoie” che i webmaster utilizzano per generare traffico sul proprio sito web attraverso la modifica dei tag title, url, description e copywriting. Tanto Google visualizzerà i contenuti in base “all’esigenza” dell’utente. Sarà il motore di ricerca di Big G a suggerirci in quale ristorante mangiare o dove fare acquisti on line, a seconda dei nostri gusti e della nostra posizione o magari della nostro stato di salute. Non mi stupirei se ad un vegano il motore di ricerca proponesse un ristorante specifico per utenti con tali abitudini alimentari piuttosto che la pizzeria più vicina. Sarà interessante scoprirne l’evoluzione nei prossimi mesi e anni.